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L'opera di Giorgio Caproni ha registrato nel tempo una forte crescita di interesse critico e di proposte interpretative. Il volume intende mappare con maggiore dettaglio il noto, e insieme sondare alcune zone ancora in ombra. Per un verso ne sortiscono conferme: la centralità dei temi del lutto, del male, della negatività insita nel linguaggio; la presenza di costanti allegoriche con i loro addentellati figurali e lessicali; la costruzione formale che intreccia dissonanza e consonanza; l'importanza cruciale della rima come istituto formale coesivo; il rilievo di agenti di frantumazione lineare del testo; il complesso disegno dei macrotesti; il rapporto tra estetica esplicita, estetica implicita e prassi di scrittura; la tensione tra poesia e filosofia, e le questioni genealogiche relative alla cultura letteraria e filosofica di Caproni. D'altra parte se ne ricavano acquisizioni inedite: proposte di ridefinizione delle svolte in diacronia; la sostanza larvale della soggettività caproniana; la lingua del Caproni critico ed epistolografo; lo studio della complicazione sintattica nel Caproni di mezzo.